L’intervento di Matia Vaz Pato intitolato Il tempo della rivoluzione è il secondo appuntamento del seminario filosofico incentrato sul pensiero di Antonio Gramsci a cura di Vittorio Morfino e promosso da Fondazione Corrente per valorizzare, attraverso nuovi autorevoli interventi, una delle più importanti eredità teoriche e politiche della tradizione italiana.
Nel paragrafo 56 del Quaderno 4 Gramsci scrive a proposito di Hegel «può essere pensato Hegel senza la Rivoluzione Francese e le guerre di Napoleone, senza, cioè, le esperienze vitali e immediate di un periodo storico intensissimo in cui tutte le concezioni passate furono criticate dalla realtà in corso in modo perentorio?»
Allo stesso modo non possiamo pensare Gramsci senza tenere conto della prima guerra mondiale, della rivoluzione d’Ottobre, del biennio rosso e dell’ascesa del fascismo; infatti la congiuntura storica non solo condiziona e influenza in modo decisivo tutta la vita e l’opera gramsciana, ma costringe il comunista sardo a fare i conti con l’idea stessa di Storia che il movimento socialista proponeva.
Matia Vaz Pato si è laureato in filosofia presso l’Università di Pavia, dopo aver conseguito l’abilitazione all’insegnamento è stato fagocitato dal precariato imperante nella scuola pubblica. Ama la pizza alta, il rugby e non è convinto di vivere nel migliore dei mondi possibili.