Dal 11/10/2017 al 14/12/2017
Conferenza

A vent’anni dalla scomparsa di Giuseppe Migneco (Messina 1903-Milano 1997), la Fondazione Corrente lo ricorda con una rassegna di opere storiche che ne testimoniano l’attiva partecipazione al movimento milanese di Corrente, di cui tra i finali anni trenta e i primi anni quaranta fu protagonista insieme agli amici Ernesto Treccani, Aligi Sassu, Renato Birolli, Ennio Morlotti, Bruno Cassinari, Italo Valenti, Renato Guttuso, Arnaldo Badodi e altri giovani intellettuali, sostenitori della vivace funzione dell’artista nella società all’interno di una polemica radicalmente “antinovecentista”.

Una tra le prime definizioni della sua pittura è testimoniata da Beniamino Joppolo, che nel 1940, in occasione della mostra personale del pittore siciliano alla Galleria Genova di Genova, scriveva: “La sua pennellata lunga, aggressiva, di preferenza verde, tra cui fili di giallo-cromo vibrano, è quella che popola maggiormente il mondo di Migneco”, delineandone fin dagli esordi il “nativo espressionismo”.

Un mondo pervaso da un senso di solitudine, di angoscia irrisolta, che si rivelava in una pittura esistenziale rinnovata, neoromantica, trasfiguratrice, in spiccato contrasto con la figurazione strutturata e smaltata del “Novecento” conservatore e accademico.

La mostra, a cura di Nicoletta Colombo e Giorgio Seveso, e nata da un’idea di Maddalena Muzio Treccani, raccoglie un nucleo di opere tra le più note del maestro siciliano, realizzate tra la fine degli anni trenta e il secondo conflitto mondiale, tra cui Capostazione di Ponteschiavo 1939, Grazietta e il gatto 1939, Autoritratto 1939, Massaie ubriache 1939, L’uomo che legge il giornale 1940, Natura morta con carciofi 1940, Cacciatori di lucertole 1942, ed altre provenienti dal collezionismo istituzionale e da quello privato, come le opere della collezione Fondazione Boschi di Stefano e dell’avvocato Giuseppe Iannaccone, tra cui  Amanti al parco, L’uomo dal dito fasciato e Natura morta con maschere, del 1940.
Accompagnano i dipinti storici alcune opere realizzate in epoca matura, che rispondono alla specifica intenzione dell’artista di riprendere temi ed iconografie antecedenti.

La rassegna si avvale di un interessante apporto documentale, in parte inedito, consistente in cataloghi d’epoca, fotografie, lettere e materiali vari, che riportano all’attenzione il vitalismo anticonformista della “corrente” di pensiero in cui l’artista era inserito e il relativo clima di dibattito culturale in piena evoluzione negli anni problematici a ridosso della guerra.
La mostra sarà corredata da catalogo.

 

 

NOTA BIOGRAFICA

Giuseppe Migneco nasce a Messina nel 1903 e vi compie gli studi classici Nel 1931 si trasferisce a Milano, dove inizia a studiare medicina. Si avvicina al mondo dell’arte e per guadagnarsi da vivere esegue bozzetti pubblicitari, realizza illustrazioni per il “Corriere dei piccoli” e lavora come ritoccatore di rotocalco negli stabilimenti Rizzoli e Pizzi & Pizzio. L’incontro con Beniamino Joppolo e, nel 1934, con Birolli, De Grada e Sassu, costituiscono uno stimolo ad abbandonare gli studi universitari e a dedicarsi totalmente alla carriera artistica. Nel 1938 è tra i fondatori di “Corrente” e l’anno successivo espone alle due collettive organizzate dal movimento al Palazzo della Permanente e alla Galleria Grande di Milano. Nel 1940 tiene la prima personale alla Galleria Genova di Genova, seguita dalle personali del 1941 a Bottega di Corrente e del 1942 alla Galleria della Spiga di Milano. A partire dagli anni Quaranta collabora sempre più assiduamente con il mondo dell’editoria, realizzando illustrazioni per romanzi, raccolte di poesie e racconti. Chiamato alle armi, interrompe l’attività artistica fino al 1945, anno in cui espone alla Galleria S. Radegonda di Milano. Nel 1948 è presente alla Quadriennale di Roma, rassegna alla quale parteciperà anche nel 1951-52, nel 1956-57, nel 1959-60 e nel 1986. Espone alla Biennale di Venezia nel 1948, 1950, 1952, 1954 e 1958. Negli anni Cinquanta, Sessanta e Settanta tiene numerose personali in Italia e all’estero. Nel 1983 la sua città natale gli dedica una grande antologica, trasferita l’anno seguente alla Rotonda della Besana di Milano. Nel 1992 la Fondazione Banco di Sicilia promuove l’allestimento a Palermo di una prestigiosa mostra in collaborazione con la Galleria La Nuova Tavolozza. L’artista scompare a Milano nel 1997.

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