Secondo appuntamento del Seminario di Spinoza a cura di Vittorio Morfino. Federico Silvestri interviene con una relazione dal titolo Il corpo politico. Unità e trasformazione dello Stato in Hobbes e Spinoza.
Tra gli strumenti con cui la filosofia ha elaborato i concetti fondamentali della politica vi è una metafora che risale agli albori del pensiero occidentale e ne accompagna l’intero sviluppo, ovvero lo Stato come corpo. La trasformazione della nozione di Stato operata da Thomas Hobbes e la ricezione critica che di questa trasformazione compie Spinoza passano anche attraverso la reinterpretazione di questa antica metafora. Allo stesso tempo, la concezione meccanicistica dei corpi che, pur nelle loro differenze, entrambi gli autori mantengono, comporta una re-significazione dell’altro polo di questa relazione. Si vuole dunque mostrare come il modello meccanico della corporeità rinnovi il senso di questa comparazione, portandola ad un maggior livello di astrazione, eliminando l’idea che gli elementi che compongono lo Stato, siano essi i cittadini o “corpi intermedi”, abbiano per natura la funzione determinata che svolgono nell’individuo-stato e rendendola compatibile con il carattere artificiale dello Stato. Si cercherà inoltre di mostrare come a partire da questo sfondo comune Hobbes e Spinoza elaborino diverse concezioni dell’unità dello Stato, l’una incentrata sulla cessione della sovranità per incrementare la potenza di agire dell’individuo-sovrano, l’altra sulla costituzione di un corpo politico auto-regolamentato, che possono ricollegarsi alle divergenti interpretazioni riguardo la natura dell’individuo nel contesto del meccanicismo; esito di questa divergenza è l’apertura nel pensiero di Spinoza di uno spazio per la trasformazione del regime politico che non coincida necessariamente con la dissoluzione della comunità. A partire da questo confronto, la parte finale dell’intervento verterà su una questione più legata agli studi spinoziani, ovvero se e fino a che punto la comparazione tra Stato ed individuo sia effettivamente una metafora e non l’affermazione dell’esistenza in senso stretto di “individui collettivi”.
Federico Silvestri si laurea alla Statale di Milano con una tesi dal titolo Convenzionalismo e verità in Hobbes e Leibniz, in seguito pubblicata dalla Camera dei deputati in quanto vincitrice del premio Lucio Colletti. Ha poi proseguito gli studi a Pavia, dove ha conseguito il dottorato di ricerca con una tesi sui rapporti tra meccanicismo e finalismo in Leibniz, ed a Napoli presso l’Istituto Italiano per gli studi storici. I suoi interessi di ricerca vertono sul pensiero di Hobbes e di Leibniz, sui rapporti tra metafisica e scienza nel XVII secolo, con particolare riguardo al tema della causalità e dei modelli di fondazione metafisica del meccanicismo, la storia dell’ottica e la storia naturale.
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